I passeggeri: «Cambiati anche numeri e percorsi: così è il caos» (da "L'Arena")
Il secondo giorno di orario estivo la protesta non si placa, anzi cresce di intensità. Sugli autobus c´è lo stesso pienone di una mattina in pieno inverno. E il termometro della rabbia segna ancora febbre alta. «A un certo punto, l´autista ferma il mezzo, si alza in piedi, e ci urla: "Indietro, state indietro!". Ma indietro dove, se non c´è un centimetro libero? Per forza gli finiamo addosso», raccontano i passeggeri appena smontati alla fermata di stradone Maffei.
Il malcontento per i vistosi tagli alle corse praticati da Atv, l´azienda del trasporto pubblico, non pervade solo gli utenti. Tra le fila degli autisti, esasperati da questa situazione nonché dalla rivoluzione dei turni cui si accompagna l´orario estivo, si fa sempre più insistente la parola "sciopero". Finché arriva l´ufficialità: le pratiche per l´astensione dal lavoro sono state avviate.
Intanto, alle fermate la gente continua a vedersela con la riduzione delle corse, la variazione delle linee, e i ritardi inevitabili con cui giungono i mezzi stracolmi.
A pensar male si fa peccato, ma talvolta ci si azzecca, diceva qualcuno. E così, tra gli amari commenti, non può mancare questo: «Tagliano gli autobus subito dopo le elezioni. Che caso», dice A.N., 54 anni, insegnante in un istituto del centro storico. E aggiunge: «Il problema principale, secondo me, è il caos che si è venuto a creare. Oltre alla scarsità di corse, sono cambiati tutti i percorsi e i numeri delle linee. L´Atv ha fatto pochissima informazione, e senza preavviso». Una studentessa di Vendri afferma di doversi fare a piedi un paio di chilometri fino a Quinto per riuscire a prendere l´autobus. E pazienza per lei che, a vent´anni, ce la può fare benissimo.
Va molto peggio ad A.D., 84 anni, pensionato di Madonna di Campagna. Per recarsi all´ospedale di Borgo Trento a fare una visita medica, l´anziano ha dovuto prendere il bus a porta Vescovo. Il tragitto casa-fermata? Praticamente in autostop: «Avevo appena scoperto che la corriera non passa più dalla mia solita fermata. Un mio compaesano gentilissimo mi ha visto sulla strada un po´ disorientato, e mi ha dato un passaggio».
La calca sui mezzi mette in difficoltà le mamme: «Per fortuna una ragazza mi ha ceduto il posto, altrimenti sarei dovuta stare tutto il tempo in piedi con la bambina in braccio: temevo me la schiacciassero», racconta F.T., 43 anni, casalinga, alla fermata di stradone San Fermo.
D.A., 65 anni, pensionata, che dimostra un altruismo sorprendente, spiega: «Dalla Biondella si andava comodamente al Policlinico di Borgo Roma con la linea 72. Ora non più, questa zona è tagliata fuori. Ma sa perché non protesto? Ho sentito che l´Atv non ha soldi, e potrebbe cominciare a licenziare i dipendenti. Speriamo di no, piuttosto sopportiamo i sacrifici». L.CO.
Il malcontento per i vistosi tagli alle corse praticati da Atv, l´azienda del trasporto pubblico, non pervade solo gli utenti. Tra le fila degli autisti, esasperati da questa situazione nonché dalla rivoluzione dei turni cui si accompagna l´orario estivo, si fa sempre più insistente la parola "sciopero". Finché arriva l´ufficialità: le pratiche per l´astensione dal lavoro sono state avviate.
Intanto, alle fermate la gente continua a vedersela con la riduzione delle corse, la variazione delle linee, e i ritardi inevitabili con cui giungono i mezzi stracolmi.
A pensar male si fa peccato, ma talvolta ci si azzecca, diceva qualcuno. E così, tra gli amari commenti, non può mancare questo: «Tagliano gli autobus subito dopo le elezioni. Che caso», dice A.N., 54 anni, insegnante in un istituto del centro storico. E aggiunge: «Il problema principale, secondo me, è il caos che si è venuto a creare. Oltre alla scarsità di corse, sono cambiati tutti i percorsi e i numeri delle linee. L´Atv ha fatto pochissima informazione, e senza preavviso». Una studentessa di Vendri afferma di doversi fare a piedi un paio di chilometri fino a Quinto per riuscire a prendere l´autobus. E pazienza per lei che, a vent´anni, ce la può fare benissimo.
Va molto peggio ad A.D., 84 anni, pensionato di Madonna di Campagna. Per recarsi all´ospedale di Borgo Trento a fare una visita medica, l´anziano ha dovuto prendere il bus a porta Vescovo. Il tragitto casa-fermata? Praticamente in autostop: «Avevo appena scoperto che la corriera non passa più dalla mia solita fermata. Un mio compaesano gentilissimo mi ha visto sulla strada un po´ disorientato, e mi ha dato un passaggio».
La calca sui mezzi mette in difficoltà le mamme: «Per fortuna una ragazza mi ha ceduto il posto, altrimenti sarei dovuta stare tutto il tempo in piedi con la bambina in braccio: temevo me la schiacciassero», racconta F.T., 43 anni, casalinga, alla fermata di stradone San Fermo.
D.A., 65 anni, pensionata, che dimostra un altruismo sorprendente, spiega: «Dalla Biondella si andava comodamente al Policlinico di Borgo Roma con la linea 72. Ora non più, questa zona è tagliata fuori. Ma sa perché non protesto? Ho sentito che l´Atv non ha soldi, e potrebbe cominciare a licenziare i dipendenti. Speriamo di no, piuttosto sopportiamo i sacrifici». L.CO.
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