domenica 15 aprile 2012

DICIAMO NO AL PASSANTE NORD

Articolo pubblicato dal sito web www.traforo.it
Perché no
PERCHÉ NO al passante nord – traforo delle Torricelle: è una autostrada in città di 13,2 km a 4 corsie + corsia di emergenza, di cui 2,2 km in galleria a doppia canna da Poiano ad Avesa e 1,8 km in trincea coperta (da Avesa a Quinzano), 9,5 km, quindi la maggior parte, a cielo aperto, con 5 caselli (Poiano, Parona, via Gardesane, via Bresciana, Verona Nord e sarà a pedaggio. porterà in città il traffico pesante con una previsione di 4.400 veicoli/ora nelle ore di punta, 60.000 veicoli/giorno, 22 milioni di veicoli/anno di cui il 30% di camion stringerà Verona in una morsa di smog, racchiudendola tra i 22 milioni di veicoli di questa nuova autostrada, i 97 milioni di veicoli della A4 e i 100 milioni di veicoli della A22 sarà la nuova opera per l’Arena, visto che sarà a 2,2 km da piazza Bra’, 1,2 Km dal teatro Romano, a 1 Km dall’ospedale di Borgo Trento, a 800 metri da Corte Molon e a 0 (zero) metri dalle piscine Santini, un anello di smog a poche centinaia di metri dal centro storico unico esempio in europa non risolverà il problema del traffico di Veronetta e delle Torricelle perché, per raggiungere il centro, costringerà gli automobilisti a percorrere più strada, pagare un pedaggio, alla fine, a pagare un parcheggio e prendere un mezzo pubblico distruggerà il parco naturale dell’Adige e tanta buona terra oggi coltivata a frutta ed ortaggi con un biscione di 9 Km di asfalto a cielo aperto (più 4 km in galleria coperta ed artificiale) sarà una diga invalicabile per le acque che scendono dalla collina arrecando danni ai quartieri di Avesa, Quinzano, Ponte Crencano e Parona porterà ulteriori cementificazioni, perché intorno alle autostrade ed ai suoi caselli si è sempre costruito per offrire servizi e opportunità a vantaggio dei trasporti, aumentando così il traffico e l’inquinamento costerà un miliardo di euro che pagheranno i cittadini di Verona, soldi che potrebbero essere meglio usati per creare lavoro per i nostri figli invece che per toglierlo alle famiglie e alle aziende che oggi operano sul quel territorio sarà un debito per 45 anni, debito che lasceremo ai figli dei nostri figli senza alcuna certezza che sia servito allo scopo per cui è stato realizzato In conclusione, questa autostrada cittadina è INUTILE, DANNOSA E COSTOSA

venerdì 13 aprile 2012

PALCO A PEDALI, I TETES DE BOIS LANCIANO L'INIZIATIVA


Il primo eco spettacolo al mondo sulla bicicletta alimentato a pedali.
Per la prima volta in assoluto l’energia elettrica che illuminerà il palco e lo farà suonare sarà generata da 128 spettatori volontari, che con le loro biciclette agganciate a uno speciale cavalletto collegato a una dinamo, pedaleranno per tutta la durata dello spettacolo. Semplicemente pedalando produrranno l’energia necessaria per sostenere
l’intero spettacolo dal vivo GOODBIKE, un viaggio nel mondo della bicicletta tra immagini, canzoni, racconti e versi. Il Palco a pedali è un’idea di Andrea Satta dei Têtes de Bois, progettato da Gino Sebastianelli, prodotto dalla Just in Time di Mauro Diazzi, con la collaborazione artistica di Agostino Ferrente, finanziato dall’Assessorato alle Infrastrutture Strategiche e Mobilità della Regione Puglia.

VIDEO SHOCK DI GREENPEACE: KIT KAT MINACCIA LE FORESTE E GLI ORANGHI



In prodotti come Kit Kat, Nestlé utilizza olio di palma proveniente dalla distruzione delle foreste torbiere indonesiane, contribuendo , allestinzione degli ultimi oranghi e ai cambiamenti climatici. È questa la denuncia di Greenpeace che ha lanciato un video shock per chiedere a Nestlé di interrompere immediatamente i rapporti commerciali con criminali forestali in Indonesia come Sinar Mas.
Due anni fa, più di un centinaio di attivisti, alcuni travestiti da oranghi, hanno invaso uffici e stabilimenti di Nestlé in Inghilterra, Germania e Olanda chiedendo allo staff della multinazionale di chiedere alla propria azienda di non utilizzare olio di palma che viene dalla distruzione della foresta indonesiana.
Unisciti anche tu alla nostra lotta: rinuncia all'olio di palma!

"LETTERA TIPO" DA SPEDIRE ALLE DITTE CHE COMMERCIALIZZANO PRODOTTI CONTENENTI OLIO DI PALMA

ECCO UNA "LETTERA TIPO" DA SPEDIRE ALLE DITTE CHE COMMERCIALIZZANO PRODOTTI CONTENENTI OLIO DI PALMA! DIFFONDETELA E SPEDITELA VIA MAIL O VIA POSTA!
Carissimi,
sono Nome Cognome, un consumatore abituale dei vostri prodotti della linea " X Y". Anche nella mia famiglia (siamo …. 3-4-5?) da sempre utilizziamo i vostri prodotti. Tuttavia, dato che sono stato recentemente informato circa i gravissimi danni ambientali arrecati dalle industrie alimentari e del legno nei paesi tropicali e non avendo più intenziione di sentirmi “complice” di tali disastri, mi sento in dovere di chiedervi un impegno maggiore nel settore della salubrità dei prodotti e della responsabilità ambientale. Ho notato, in particolare che i prodotti da voi commercializzati contengono "olio vegetale" (o “grassi vegetali”) ... cioè olio di palma! Se così non fosse, indichereste in etichetta “olio di mais”, “olio di girasole”, “olio di oliva” ... o no? Sapete quanto costa in termini ambientali l'uso dell'olio di palma nei prodotti alimentari e se vi fosse sfuggito, vi invito a visionare il seguente documentario sulla distruzione delle foreste in Borneo e Sumatra: http://www.youtube.com/watch?v=MTLBI4Ypp8I

venerdì 6 aprile 2012

Viaggio a Fukushima a un anno dalla strage

Articolo pubblicato dal sito web www.repubblica.it
Il paese sembrava irrigidito dal trauma di un anno fa. Lo tsunami ha infranto il muro delle apparenze e tolto ai cittadini anche la forza di protestare. Lo Stato non ha fatto ciò che doveva, chi si lamenta però lo fa in silenzio. Adesso regnano ordine, civiltà e fiducia nella burocrazia. Solo i suoi giovani sono rimasti bloccati. Ma il Paese ora prova a ripartire dall'armonia. La scoperta della solidarietà del mondo intero è stata una forte consolazione. Ventimila morti 300mila sfollati: le famiglie si sono sentite abbandonate
 di TAHAR BEL JELLOUN

A UN ANNO dalla triplice catastrofe nel Nord-Est del Giappone - un terremoto seguito da uno tsunami e da un incidente nucleare - il trauma è tuttora presente e visibile, tutt'altro che esorcizzato. La solidarietà nazionale e internazionale ha costituito un elemento importante, ma non sufficiente. Nonostante l'intervento dello Stato, le famiglie sinistrate si sentono abbandonate e pensano che non si sia fatto abbastanza. Ventimila morti. E sono oltre 300.000 quelli che non ritroveranno mai più le loro case. Una catastrofe immensa. Ma fin dal 1995 il terremoto di Hanshin, presso Kobé, aveva scosso il mito della sicurezza nipponica.
È in quest'atmosfera tetra che sono atterrato all'aeroporto di Osaka, il 13 marzo scorso. Il Giappone è un sogno seducente, e ricorrente. Ho spesso pensato di perdermi tra la folla delle sue grandi arterie scintillanti di pubblicità multicolori. È la seconda volta che visito questo Paese. La prima risale al 1996: quella volta fui contagiato da un parassita che mi attaccò i polmoni, e rischiai di morire. Ho lottato a lungo con questo brutto ricordo. In ogni caso non mangerò mai più crostacei crudi. Starò molto attento!

giovedì 5 aprile 2012

Le bevande dolci aumentano il rischio di infarto

Articolo pubblicato da www.universonline.i
Un eccessivo consumo di carboidrati, in particolar modo di bevande dolci (aranciata, coca cola, succhi di frutta, ecc.), in età pediatrica aumenta il rischio di malattie cardiache da adulti. Questa è la conclusione di uno studio coordinato da Bamini Gopinath dell'Istituto di ricerca medica dell'Università di Sydney. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulle pagine dell'American Journal of Clinical Nutrition (AJCN Online - Carbohydrate nutrition is associated with changes in the retinal vascular structure and branching pattern in children - Marzo 2012).

mercoledì 4 aprile 2012

Attenzione ai fast-food, rischiate la depressione

Articolo pubblicato dal sito web www.corriere.it
Hamburger, hot-dog, merendine aumentano del cinquanta per cento la probabilità di sviluppare il disturbo
E’ confermato: i fast food aumentano il rischio di andare incontro a depressione. Chi mangia prodotti da forno, come merendine, croissant, muffin o ciambelle, e fast food, come panini, hamburger, hot dog o pizze confezionate, ha il 51 per cento in più di probabilità di sviluppare la malattia rispetto a chi non lo fa o lo fa in misura limitata. Lo dice uno studio, condotto dall’Università di Las Palmas della Gran Canaria, in collaborazione con l’Università di Granada, e pubblicato dalla rivista Public Health Nutrition, che riproduce i risultati di una ricerca precedente pubblicata su PloS (quest’ultima, però, aveva segnalato un rischio minore, attorno al 40 per cento). Non solo, ma i nuovi dati sottolineano anche il fatto che esiste una relazione dose-risposta: quanto più si consumano fast food, tanto più si rischia.

martedì 3 aprile 2012

IL NOSTRO SOS

Di fronte al bivio tra degrado socio-ambientale e sviluppo sostenibile, la Scuola deve assumere il ruolo di protagonista. Essa non può esimersi dal promuovere tra studenti, famiglie e operatori scolastici una maggiore consapevolezza del ruolo che ciascuno può rivestire nella tutela dell'ambiente. La Scuola, veicolo attivo nell'educazione dei cittadini, può diventare il vero “motore” di un cambiamento di prospettiva, con un impegno diretto e qualificato nella tutela delle risorse naturali, dell’aria, dell’acqua e del suolo. Si tratta, in sostanza, di passare dalle parole ai fatti, dall’“educare alla sostenibilità” a “praticare la sostenibilità”. La “Scuola sostenibile”, infatti, è in grado non solo di formare le nuove generazioni a comportamenti più responsabili, ma di sperimentare realmente processi di sostenibilità nel vissuto quotidiano di studenti e operatori scolastici. Per raggiungere tali obiettivi, sono stati individuati i settori cruciali, sui quali può essere misurata la sostenibilità di un Istituto scolastico: energia, rifiuti, alimenti, beni di consumo, responsabilità ambientale.

GREEN: DOCUMENTARIO SULLA PRODUZIONE DI OLIO DI PALMA



Green Film, diretto dal regista del regista Patrick Rouxell, racconta attraverso i ricordi di un orango in fin di vita, l'eccezionale vitalità delle foreste pluviali dell'Indonesia, e l'avanzare della loro distruzione per fare spazio alle piantagioni di acacia e palma da olio, per la produzione di carta e biodiesel. Immagini forti e poetiche di una tragedia dimenticata. GREEN è stato giudicato il miglior lungometraggio al 7° Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità.
Questo è un documentario che dovrebbe essere visto da quante più persone possibile. Vincitore del miglior documentario corto nel recente Festival del Cinema Indipendente Durango, "Verde" documenta le ultime ore di vita di una femmina di orangutan. E 'quasi come se la vita gli viene risucchiata a lei come il suo ambiente viene distrutto. Lei diventa solo un'altra vittima della deforestazione e le piantagioni di palma da olio.

lunedì 2 aprile 2012

LE FOTO SOS DELLA GITA SULL'ADIGE...

Sabato 31 marzo 2012, noi del progetto S.o.s., grazie all'aiuto del compagno Raffaello Ivaldi, siamo riusciti ad organizzare una gita in rafting sull'Adige. Quest'uscita è servita per far conoscere ai veronesi i nostri piani per rendere più sostenibile ecologicamente, economicamente e alimentarmente la nostra società consumista e insensibile a molte tematiche ambientali, partendo dalle scuole e dalle famiglie.
Questa esperienza, per noi, ha significato molto e speriamo che sia stato così anche per i molti spettetori che, dall'alto dei ponti di Verona, ci hanno sostenuto.
Ecco alcune foto della nostra gita...

Eco-studenti in Adige per lanciare un Sos

La sigla sta per "Scuola orientata alla sostenibilità" per sensibilizzare alla tutela delle risorse naturali

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Articolo pubblicato dal giornale "L'Arena", domenica 1 gennaio 2012.
Una gita in rafting sull'Adige pe lanciare l'Sos. Ma stavolta il segnale di richiesta di soccorso non c'entra, Sos, in questo caso, sta per "Scuola orientata alla sostenibilità" ed è il titolo di un progetto ideato da due docenti di Scienze del liceo Montanari, Gianfranco Caoduro e Marilena Righetti.
Ier mattina, per farlo conoscere alla cittadinanza, trenta studenti della scuola sono scesi in campo, anzi in acqua: divisi su tre gommoni, con uno striscione, hanno sfidato le rapide dalla diga del Chievo al Boschetto, capitanati da Raffaello Ivaldi, giovanissimo azzurro campione di canoa iscritto a una prima dello stesso liceo e nominato, tra l'altro, referente ambientale per la sua classe. Mentre 150 compagni, sui ponti, con volantini informavano i passanti delle finalità del progetto.